Cosa intendiamo per Okness
L’Okness è un concetto che descrive una posizione esistenziale positiva nella vita. Scopriamo insieme come sentirsi OK!
Ci riferiamo ad un nostro atteggiamento di fondo per il quale attribuiamo la stessa importanza ai bisogni che abbiamoed a quelli degli altri, attivando un dialogo che ricerca la parte migliore e quindi “OK” del nostro interlocutore. Noi siamo pronti a riconoscere che questa Okness è in noi come negli altri, valorizzandola. Possono esserci comportamenti che creano un problema relazionale, tra noi e gli altri, tuttavia nell’espressione della nostra persona e dei nostri bisognisiamo tutti OK.Cerchiamo di comprendere quali posizioni esistenziali sono sottostanti al concetto di essere o meno OK attraverso un esempio.
Cammino per strada e scorgo fra la gente un’amica di vecchia data che non vedo da molti anni. Contenta di poterla salutare, con l’intenzione di scambiare due chiacchiere con lei, sapere come sta, parlarle un po’ di me, cerco il suo sguardo e mi oriento nella sua direzione. Lei per un attimo sembra scorgermi. Poi abbassa gli occhi e rivolge la parola all’uomo che le sta accanto cominciando una fitta conversazione e spingendolo verso il bordo strada per evitare di passarmi vicino. Non ho commesso torti a suo danno, che ricordi, e i nostri rapporti sono sempre stati ottimi e schietti, ci siamo semplicemente perse di vista per i fatti della vita. Proseguo a camminare cercando di immaginare una possibile ragione, il motivo di quel distanziamento, e a chiedermi che cosa possa essere successo tra di noi …
Ci sono diversi atteggiamenti intimi e differenti reazioni a seguito di un episodio come questo, che fa parte delle esperienze comuni. Possiamo ricondurli a quattro principali.
- Posso sentirmi offesa e in difetto, mi convinco di essere io la causa, di non essere importante per lei e di essere una persona poco piacevole e dunque da evitare. Provo anche imbarazzo e disagio nonostante nessun altro si sia accorto dell’accaduto.
- Oppure posso provare una forte irritazione, addirittura rabbia, e attribuire alla mia amica insensibilità o presunzione, arroganza o un atteggiamento sprezzante, mi ritengo superiore a lei, nonché la sola capace di una vera amicizia. Concludo pensando che sia “meglio perderla che trovarla”.
- Un’altra eventualità è rifugiarmi nell’idea che sì, sono una persona mediocre che non merita poi tanta considerazione, ma che in fondo tutti gli esseri umani sono insensibili ed egoisti e che il mondo è un brutto posto in cui non c’è spazio per i buoni sentimenti.
- Il quarto fra gli atteggiamenti possibili è pensare che vada bene così: siamo entrambe delle belle persone ma il tempo e la vita ci hanno allontanate e lei avrà avuto delle valide ragioni per evitare il nostro incontro. Prendo anche in considerazione che potrebbe non avermi vista, oppure non avermi riconosciuta.
La stessa esperienza, dunque, viene vissuta in modo differente e interpretata con codice diverso a seconda della percezione che si ha di se stessi o degli altri. In questo senso il proprio modo di stare al mondo è definito dall’Analisi Transazionale – teoria psicologica sviluppatasi nella seconda metà del Novecento – Okness, ovvero Io sono OK e Tu sei OK.
Il senso di Okness e le posizioni esistenziali in Analisi Transazionale
L’Analisi Transazionale è una teoria della personalità, della comunicazione e della psicopatologia fondata dallo psichiatra statunitense Eric Berne tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del Novecento. Da allora fino ad oggi si è espansa a livello internazionale, arricchita di numerosi studi, della pratica clinica, di quella del counseling e delle applicazioni in ambito organizzativo aziendale. Essa si avvale, per volontà del fondatore, di un linguaggio semplice che attinge al lessico familiare, quotidiano, e una delle parole di questo codice è forse l’espressione più popolare e comune nella nostra civiltà globalizzata, l’idea di Okness.
Ognuno è dotato di valore e dignità in quanto individuo, pertanto accetto ciò che tu sei anche se posso non accettare ciò che tu fai. La nostra essenza di essere umano è OK. Una percezione di sé positiva, costruttiva e adeguata al contesto, che pur tenendo conto di limiti e fragilità, dà valore alla propria vita e a quella degli altri, considera fertili le relazioni e agisce comportamenti efficaci e produttivi nel senso più lato. Include la capacità di sperimentate nuove opzioni ed esperienze ragionevolmente possibili.
Le posizioni esistenziali, in relazione al senso di Okness, e facendo riferimento alle diverse possibilità di vissuto dell’esempio precedente, sono riconducibili a 4:
- Io non sono OK – Tu sei OK (posizione vittimistica e passiva in cui si dà poco o niente valore a sé stessi e ci si sente inferiori o inadeguati);
- Io sono OK – Tu non sei OK (posizione tendenzialmente aggressiva in cui si attribuiscono all’altro tutte le responsabilità finendo con svalutarlo, denigrarlo o aggredirlo);
- Io non sono OK – Tu non sei OK (posizione nella quale c’è una mancanza di fiducia e di speranza verso sé, gli altri o la vita stessa);
- Io sono OK – Tu sei OK (posizione di benessere emotivo e di fiducia nel mondo, in sé stessi, nei rapporti umani).
Quest’ultima posizione esistenziale è quella che scaturisce dall’avere una solida autostima, slancio vitale, senso di appartenenza alla comunità umana, considerata positivamente come spazio di espressione libera e di relazione.
Sviluppare consapevolezza per le posizioni esistenziali
Secondo l’Analisi Transazionale la consapevolezza della propria posizione esistenziale consente di comunicare e creare rapporti in modo costruttivo socialmente, e in modo arricchente per sé stessi. Conoscere le posizioni esistenziali consente di scoprirsi capaci di affrontare cambiamenti e di superare difficoltà, senza perdere fiducia in sé e speranza nel futuro.
Ognuno di noi ovviamente, nel corso della vita, può sperimentare ognuna delle 4 posizioni esistenziali ma di solito è una in particolare a prevalere sulle altre, a seconda della natura, del temperamento e soprattutto delle esperienze infantili e dei rapporti coi genitori o con le figure educative durante il ciclo di sviluppo.
La posizione esistenziale “preferita” (della quale non siamo consapevoli prima di un lavoro introspettivo adeguato) influisce sulle esperienze e sul modo di affrontare le situazioni difficili e le avversità.
Secondo l’Analisi Transazionale di Berne, tuttavia è sempre possibile, attraverso un percorso di auto-conoscenza, mutare la propria posizione esistenziale in direzione di un benessere emotivo, fisico e relazionale. Diventare amici di sé stessi e andare incontro a sé prima che alle vecchie conoscenze … come nell’esempio che abbiamo sopra descritto. Ecco allora che possiamo arrivare a dire a noi stessi: Io sono Ok e anche gli altri lo sono!
Per dirla con le parole di Eric Berne “Si ottiene ciò per cui si dimostra apprezzamento”.
Rossella Maiore Tamponi – Paolo Lorenzo Salvi