La parola talento nel senso comune intende un dono speciale, riferito in particolare alle arti, agli interessi intellettuali, allo sport. Nel mondo delle imprese il termine talento comprende la qualità delle persone come “fattore” cruciale della “produzione”. Deriva dal latino “talentum”, ovvero moneta, che deriva a sua volta dal greco, il cui termine “talenton” significava “piatto della bilancia” e pertanto “peso e moneta legale”.
Il vocabolario online treccani.it definisce il termine talento come: ingegno, predisposizione, capacità e doti intellettuali rilevanti, specialmente in quanto naturali e intese a particolari attività: avere molto, poco talento… avere talento artistico, musicale, letterario… Per estensione può riferito alla persona stessa: un giovane di talento.
E’ arduo avere una definizione univoca di cosa sia oggi il talento nelle persone. Lo troviamo nella espressione delle nostre inclinazioni e delle nostre passioni, sino a farne un progetto personale o professionale. Un format televisivo di successo si ispira proprio a questa accezione: “Italia’s got Talent”. Dal mio punto di vista prenderei in considerazione 3 criteri che possono aiutarci a fare chiarezza su come avvicinarsi al concetto di talento e come sviluppare consapevolezza sulla sua importanza nel corso della nostra vita.
1) Il talento è in tutte le persone
Spesso abbiamo come limite quello che sappiamo già fare, ovvero i comportamenti che abbiamo espresso come nostre capacità. Ma c’è molto di più in noi. Abbiamo facoltà nel nostro cervello che utilizziamo poco, stressati dalla quotidianità e dalle sue attività operative. C’è un potenziale in noi, ovvero qualcosa che esiste e che non è stato ancora espresso e sviluppato. Sono i semi che ancora devono germogliare e che riguardano il nostro “saper essere”, ovvero “forze del carattere” che ancora non abbiamo tradotto in nuovi comportamenti, nuove risorse.
2) Ognuno ha i suoi talenti
Ognuno ha una propria vocazione, associata alla creatività, ovvero ad un atto creativo di piena espressione di sé stesso. Le potenzialità di una persona sono specifici tratti del suo carattere e comprendono l’intenzionalità di esprimerli. Ognuno ha la sua piccola “ghianda” (citando James Hillmann) che diventerà una maestosa quercia. Le potenzialità si traducono in virtù, ovvero nella capacità di eccellere in qualcosa, di compiere una azione in modo esemplare, virtuoso appunto. I nostri talenti vanno mappati ed inseriti nel nostro presente, per ampliarlo.
3) Non c’è talento senza allenamento
Come nella “parabola” del Vangelo di Matteo, il talento è un dono ricevuto da rendere produttivo. Con la nostra intelligenza emotiva possiamo entrare in contatto con noi stessi e con gli altri, con il focus di illuminare il nostro talento. La gratificazione di esprimere le nostre potenzialità è una emozione intensamente positiva. Poi c’è il mettere in pratica, l’agire, l’allenarsi con forte volontà, il sudore della fronte. Un aforisma famoso recita: il genio è 1% ispirazione, 99% sudore.
Il Coaching serve a tirar fuori il proprio esclusivo potenziale individuale. Quindi a usare il proprio pensiero progettuale e creativo per soddisfare la spinta verso l’autorealizzazione. La finalità del Coaching così non è solo sostenere l’autorealizzazione, ma anche l’autogoverno della propria esistenza. Luca Stanchieri da “Il life coaching”
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy License.