Le persone hanno modi diversi di applicarsi alle attività, non solo per la loro capacità di fare (posso farlo) ma anche per il loro impegno (voglio farlo). Perché alcune persone mettono più determinazione ed energia di altre nel proprio lavoro?
Lo studio della motivazione va ad indagare le ragioni per cui:
- le persone si comportano in un certo modo
- scelgono un particolare corso di azioni preferendole ad altre
- continuano nell’azione scelta, spesso per un lungo periodo, fronteggiando difficoltà e problemi.
L’energia che si attiva per l’azione è fondamentale per comprendere la motivazione. Questa energia viene orientata ed alimenta il comportamento nel corso del tempo. La motivazione può essere descritta, come precisato da Moè e de Beni, in termini di:
- direzione (ovvero la scelta personale degli obiettivi)
- intensità (il quantitativo di sforzo che viene agito)
- persistenza (la perseveranza nel perseguimento di un obiettivo nonostante le difficoltà.
Il contributo di Quaglino ci aiuta a fare chiarezza per l’ambito lavorativo, evidenziando come la motivazione sia un doppio investimento della persona, nel fare delle attività e nello stare nell’impresa. In questa accezione diviene l’energia che si investe:
- sia nella realizzazione di prestazioni collegate a compiti specifici, con attenzione e focus sui risultati;
- sia nella relazione tra individuo e impresa, per definire e consolidare il legame di appartenenza.
Ci sono due sorgenti fondamentali che hanno una grande rilevanza sulla canalizzazione dell’energia che mettiamo nel fare le cose. La prima fonte parte dall’interno e sostiene il desiderio di riuscita e l’impegno in una determinata attività. Si trae soddisfazione per ciò che si fa e per come lo si fa, ovvero si affronta un compito per sé stessi. La seconda fonte è data da una spinta esterna all’attività stessa. Si affronta un compito per ottenere qualcosa di diverso dall’attività in sé: premi, elogi, incentivi, consenso e approvazione.
Motivazione intrinseca ed estrinseca
L’energia della motivazione intrinseca porta ad affrontare un compito senza finalità esterne: piacere dello studio, interesse, curiosità, maestria, oppure successo, potere. Nello sport gli atleti che giocano una partita perché semplicemente amano giocarla, sono intrinsecamente motivati. Giocano la soddisfazione personale e danno il meglio di sé anche quando nessuno li guarda.
L’energia della motivazione estrinseca deriva da altre persone attraverso il rinforzo positivo e negativo. Questi rinforzi possono essere tangibili, come ricompense, incentivi in denaro, o non tangibili, come elogi, il prestigio e il riconoscimento pubblico.
Effetti delle fonti della motivazione.
Ci sono alcune considerazioni che si possono fare riguardo al tipo di influenza delle fonti della motivazione per la sua direzione, intensità e persistenza. Alcuni dei criteri che seguono possono esserci utili per l’ambito lavorativo, nella gestione del personale e dei propri collaboratori.
- Se la competenza percepita è bassa, chi ha motivazione estrinseca tende ad abbandonare e non riprovare dopo il fallimento.
- Se il compito richiede l’applicazione di regole, la persona motivata estrinsecamente tipicamente riesce meglio. Se il compito è di tipo concettuale riesce meglio chi ha una motivazione intrinseca.
- Chi ha motivazione intrinseca tende a selezionare problemi e obiettivi più sfidanti e impegnativi. Chi motivazione estrinseca apprezza problemi relativamente semplici.
- Chi ha motivazione intrinseca tende ad assumersi più rischi ed esplorare in modo libero, è stimolato all’apprendimento lungo il corso di azioni. Chi ha invece una motivazione estrinseca tende ad abbandonare un’attività, una volta che gli incentivi esterni non sono più presenti.